L’associazione in linea con le sue finalità e con quelle di un gruppo di lavoro sulla costruzione di proposte residenziali per la salute mentale al quale partecipa (composto da: operatori sanitari, medici del D.S.M. della ASL1 Umbria, assistenti sociali della ASL e dei Comuni del territorio valtiberino e eugubino, pazienti, familiari, associazioni e operatori delle cooperative sociali. I due incontri sono da considerarsi due momenti distinti ma con lo stesso argomento, nessuno dei due è consecutivo o propedeutico all’altro), propone due incontri informativi sulla figura dell’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO per familiari, operatori, e chiunque fosse interessato al tema. L’iniziativa è realizzata congiuntamente con l’Associazione La Crisalide di Gubbio, il Dipartimento di Salute Mentale della ASL1 Umbria, il Comune di Città di Castello, Comune di Gubbio, le cooperative sociali: ASAD e La Rondine:
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a Gubbio il 8 ottobre alle ore 16,00 presso la Sala degli Affreschi del Palazzo Pretorio del Comune di Gubbio;
• a Città di Castello il 12 ottobre alle ore 15,00 presso l’Aula Magna del Liceo Classico “Plinio il Giovane”.Per informazioni:
Ass. Le fatiche di Ercole, Via A. Diaz, 1- Città di Castello - info@lefatichediercole.it –
tel. 0758558552-3925295847
Ass. La Crisalide, Via Cavour, 12 - Gubbio - crisalideposta@libero.it -
tel. 0759239580-3342843763
Centro Salute Mentale di Città di Castello, Via Mons. Pieggi, 4 – tel. 0758509048
Centro Salute Mentale di Gubbio, via B. Ubaldi,1 – tel. 0759239351
CHE COS’È L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO?:
L’amministratore di sostegno è una figura introdotta nel codice civile con Legge 9 gennaio 2004 n.6, la cui finalità è quella di “tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”.
Questa riforma nuova nella forma e nella sostanza, nasce dall’esigenza ribadita proprio nella Costituzione “di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Questi stessi principi cardine sono gli stessi riconosciuti nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo del 1950, nella Carta Sociale Europea del 1996 e nella Carta di Nizza del 2000 sui diritti fondamentali dell’Unione Europea che proprio all’art. 21 dichiara che “è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle e l’origine etnica o sociale, le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”.
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